martedì 22 febbraio 2011

Il pruneto

Ieri sera sono tornato, con la famiglia al completo, a cena al Pruneto, un ristorante-pizzeria all'Impruneta proprio sopra la Coop. Avevo smesso di andarci qualche anno fa perchè d'estate, cenando sulla terrazza esterna, il servizio era drasticamente calato a fronte di un aumento del 10% del listino per il servizio all'aperto: non sono particolarmente esoso in termini di attenzioni a come è apparecchiata la tavola (a meno che non mi trovi in un ristorante a "tante forchette"), ma oggettivamente si mangiava davanti ad una splendida vista ma con tovaglie bianche di carta tipo mensa e gomito-gomito con il vicino di posto. Così ci avevo messo una croce sopra nonostante la cucina mi piacesse.

Ieri, complice il giorno di chiusura dell'osteria di'giogo, ho accettato di buon grado ti tornarci. Tra l'altro, non so se solo il lunedì o tutti i giorni a cena, vi sono molti primi di carne e pesce e le pizze a metà prezzo, quindi dal punto di vista economico... si sono rifatti!

Il locale, all'interno, è ampio e accogliente, con due grandi saloni con vista di cui però, con le giornate così corte, è difficile godere. Io ho preso un primo e la carne: i "bucatini alla vera Amatriciana" in realtà non mi hanno convinto per niente. Buona la cottura della pasta, ma decisamente troppo pepe, le cipolle (che nella ricetta originale non ci sono) e poco pomodoro. La porzione oltretutto, non era abbondantissima.
Meglio il secondo: tagliata di manzo parmigiano e rucola: la carne era buona, morbida e ben cotta, peccato solo per il parmigiano tagliato a fette tipo "sottiletta". Ottimo il pane salato, fatto da loro e veramente gustosissimo.

Mia sorella ha preso la pizza, che le è piaciuta molto. Mia mamma, oltre a un covaccino niente male, un primo di paccheri alle melanzane fritte: non ho assaggiato perchè non amo le melanzane, ma l'aspetto era molto invitante. Mi babbo una normale pizza 4 stagioni.

Ho chiuso con una torta di cioccolata e pere, che era troppo collosa, ma buona di sapore. Mia sorella ha preso un "cestino di frutta" che sembrava decisamente migliore, alla vista.

Abbiamo accompagnato il tutto con un Merlot sardo del 2004, veramente tanninico ma gradevole.

Non ho idea della spesa precisa, ma credo sia stata attorno ai 20 €/pax.
Il Pruneto è all'Impruneta in via della Croce, 39.

lunedì 21 febbraio 2011

Ossobuco alla toscanese

Pubblico molto volentieri una ricetta ricevuta da Tommaso di cui, chiaramente, non mi assumo responsabilità!


Sono fiorentino con madre istriana e padre toscano, la mia formazione culinaria è quindi molto contaminata… Questa la mia versione dell’ossobuco alla milanese che così diventa alla "toscanese".

Dosi per 4 persone:

Ossobuco
500 gr di ossobuco
2 cipolle rosse
2 carote
2 sedani
2 spicchi d’aglio
500 ml di brodo
q.b. olio extra vergine d’oliva

Risotto allo zafferano
120 gr di riso da risotto
1 cipolla bianca
2 spicchi d’aglio
500 ml di brodo
1 noce di butto
1 bustina di zafferano
q.b. olio extra vergine d’oliva

Tempi di preparazione 1 ora (utilizzando la pentola a pressione).

Preparazione ossobuco
Fate un battuto utilizzando le cipolle, le carote, il sedano e l’aglio. Fatelo imbiondire a fuoco lento nella pentola a pressione con l’olio extra vergine di oliva. Preparate intanto 1 litro di brodo (va bene anche il dado di carne), ne userete metà per l’’ossobuco e metà per il risotto. Infarinate l’ossobuco dalle due parti e soffriggetelo per qualche minuto in una padella con un po’ d’olio extravergine. Unite adesso l’ossobuco al soffritto nella pentola a pressione, aggiungete circa 500 ml di brodo (fino a coprire la carne) e lasciate cuocere per 45 min. Il segreto sta nel’aggiungere la giusta quantità di brodo in modo che, al termine della cottura, la carne sia morbida e il sugo giustamente denso; se a fine cottura lo trovate troppo liquido fatelo restringere cuocendo per qualche minuto senza coperchio, altrimenti se troppo ristretto aggiungete un po’ d’acqua o di brodo.

Preparazione del risotto
Fate un battuto utilizzando 1 cipolla bianca e 2 spicchi d’aglio. Fatelo imbiondire a fuoco lento con l’olio extra vergine di oliva. Quando è imbiondito aggiungete 120 grammi di riso e fate tostare per 1 minuto mescolando. Aggiungete adesso il brodo un poco alla volta, continuando a mescolare, fino al termine della cottura. Una volta terminata la cottura (10 o 15 minuti) mantecate con una noce di burro e aggiungete lo zafferano.

Servite su un piatto piano l’ossobuco con il suo sugo da una parte e il risotto allo zafferano dall’altra.

Buon appetito J

sabato 19 febbraio 2011

Tagliolini alla coda di rospo

Giovedì sera mi sono ricimentato con la pasta fatta in casa: la ricetta la trovate fra quelle del blog se avete voglia di fare altrettanto, ma se avete a disposizione dei normali spaghetti o delle linguine, credo che il risultato sarà ottimo comunque.

Andiamo con gli ingredienti, per 3-4 persone:
  • 350/400 gr di tagliolini all'uovo o la quantità desiderata di pasta di semola di grano duro
  • 300 gr di coda di rospo tagliata a dadini
  • 1/2 kg di vongole veraci (io le preferisco)
  • 6-7 pomodorini da cuocere ben maturi
  • mezzo bicchiere di vino bianco
  • olio, aglio
Tempo necessario, senza calcolare quello per la preparazione della pasta fatta in casa, 40 minuti circa.

Prima di iniziare la preparazione del sugo vero e proprio, è necessario cuocere le vongole: potete seguire il procedimento passo passo che ho riportato qui.

Una volta aperte le vongole, preparate un leggero soffritto di aglio ed un peperoncino in 2-3 cucchiai d'olio. Dopo pochi minuti aggiungete la coda di rospo, sfumate con il vino bianco e fate cuocere a fuoco vivo per alcuni minuti. Aggiungete i pomodori, aggiustate di sale e pepe e portate a cottura ma non fate ritirare il liquido.

Nel frattempo cuocete la pasta sufficientemente al dente e scolatela. Aggiungete al sugo il liquido che avete ottenuto dalla cottura delle vongole e completate la cottura della pasta mescolando continuamente. Pochi istanti prima di servire aggiungete anche i gusci e amalgamate bene il tutot.

Aprire le vongole (e le cozze e affini)....

Per comodità di consultazione riporto di seguito le modalità per far aprire le vongole e ogni altro genere di conchiglia.

L'operazione di pulitura è quella di noiosa e difficile, soprattutto se non siete al mare: in questo caso, infatti, sarà sufficente dotarsi di una buona quantità di acqua di mare e immergervi le vongole per 20-30 minuti almeno un paio di volte: gli animaletti in questo modo si spurgheranno ed espelleranno anche il residuo di sabbia eventualmente rimasto al loro interno. Se non vi trovate al mare dovete salare l'acqua del rubinetto ed il procedimento può diventare un po' più difficoltoso perchè non è facile trovare la giusta salinità per farle spurgare: serve un po' di pazienza e qualche tentativo!

Una volta completata questa fase, passiamo alla cottura vera e propria: le vongole possono essere cotte anche in una pentola senza aggiunte di olio, ma io preferisco sempre fare un leggerissimo soffritto. In una pentola bassa a fondo largo aggiungo un paio di cucchiai di olio, uno spicchio di aglio tagliato a fettine e un peperoncino. Lascio soffriggere a fuoco vivo per pochi minuti e poi aggiungo i gusci coprendo subito la pentola con il tappo e alzando la fiamma.

Dopo qualche minuto le vongole si apriranno: è importante non farle bollire ma spengere il gas non appena la maggior parte di esse sarà aperta, visto che il liquido ci servirà per completare la cottura della pasta. Se rimane qualche vongola chiusa possiamo direttamente buttarla o conservarla per vedere se dovesse aprirsi nell'ultima fase di cottura.

A questo punto non resta che togliere le vongole dalla pentola sgocciolandole e, se gradito, buttando la metà vuota del guscio. Il liquidi rimasto nella pentola dovrà essere filtrato per eliminare gli eventuali residui di sabbia e sarà importantissimo per completare la cottura della pasta.

martedì 15 febbraio 2011

Le ostriche sono grasse

Sono di fretta e al volo, ma volevo segnalarvi una iniziativa che si terrà giovedì 17 a "L'accademia dei Palati". Il titolo della serata la dice tutta: è una cena di degustazione ostriche! Si tratta di quattro varietà di ostriche differenti degustate, immagino, con un ottimo accompagnamento di vino. Nel dettaglio: Belon piatta, Belon Concava, Speciales de Claires, Verde Fine Claires.

Il prezzo della serata è di € 40.
Di seguito il link all'evento su facebook: inutile ricordarvi la prenotazione, vista la disponibilità di coperti!
 http://www.facebook.com/#!/event.php?eid=141755889221053&index=1

domenica 6 febbraio 2011

Tagliolini ai carciofi alle briciole profumate di acciughe e...

Oggi a pranzo ho proprio sperimentato! L'idea è stata frutto di un insieme di assaggi e dalla disponibilità di un ortaggio che mi piace un sacco: il carciofo. Procediamo con ordine, ecco gli ingredienti per 2 persone:
  • 2 carciofi
  • 2 spicchi d'aglio
  • 4 filetti di acciughe sott'olio
  • 20 gr circa di mollica di pane
  • ricotta salata q.b.
  • vino bianco da cottura
  • olio, pepe (e niente sale!)
La preparazione si svolge in 3 fasi. La prima è quella, ovvia, della preparazione dei tagliolini che trovate qui.

La seconda è quella relativa alla preparazione delle "briciole". Il procedimento è banale: in un piccolo pentolino versate 1-2 cucchiai di olio extra vergine d'oliva e la mollica di pane precedentemente sbriciolata. A fiamma bassa continuate a girare per alcuni minuti finchè il pane non inizierà a "sfregolare" e lo sentirete appesantirsi e diventare croccante: è fondamentale utilizzare la fiamma bassa e fare attenzione a spengere il tutto prima che il pane inizi a bruciarsi ma solo quando sarà diventato "croccante".

La terza fase è la preparazione del sugo vero e proprio: dopo aver lavato i carciofi, togliete i peli interni e le foglie più spesse. Quindi tagliateli a julienne finissime e metteteli in acqua limonata.
In una pentola a fondo largo, versate 4 cucchiai di olio e.v., i due spicchi d'aglio puliti e schiacciati e i filetti di acciughe precedentemente asciugati e tagliati a piccoli pezzetti. Lasciate soffriggere per alcuni istanti a fiamma bassa, quindi aggiungete i carciofi.
A questo, dopo aver lasciato insaporire per alcuni istanti, allungate il tutto con mezzo bicchiere di vino bianco e fate cuocere a fiamma viva per almeno una decina di minuti. A seconda del tipo di carciofi potrebbe servire più tempo per ammorbidirli e sarà quindi necessario riallungare il tutto con un po' di vino bianco o con dell'acqua possibilmente tiepida. Aggiungete un po' di pepe e portate a cottura: il sale non è necessario vista la presenza delle acciughe.

A pochi minuti dalla fine della cottura, buttate la pasta e cuocetela al dente: scolate e saltate tutto nella pentola di cottura dei carciofi. Aggiungete le briciole, mescolate per alcuni minuti e servite, cospargendo il piatto di un'abbondante spolverata di ricotta di pecora grattata a scaglie e da un filo d'olio a crudo!

Buon appetito!

La pasta all'uovo

Dopo una serie di sperimentazioni, sono a passarvi la ricetta della pasta fatta in casa con qualche accorgimento per evitare le tradizionali complicanze in cui si incappa le prime volte.

La premessa è che l'impasto che vado a descrivervi può essere riutilizzato per ogni tipo di pasta all'uovo: tagliolini, spaghetti alla chitarra, maltagliati, pappardelle, tortellini e tortelli e via dicendo. L'unica piccola differenza che mi sento di consigliarvi è di non salare l'impasto se dovete prepararci tortelli o tortellini con un ripieno particolarmente saporito.

Ingredienti:
- farina di semola di grano duro (1 parte)
- farina di grano tenero 00 (2 parti)
- 1 uovo per ogni hg complessivo di farine
- 1 pizzico di sale

La porzione media è 1 hg di farina (e quindi 1 uovo) per persona. Quindi se volete mettere a tavola 4 persone dovrete munirvi di:
- 4 uova
- 133 gr di farina di semola di grano duro
- 266 gr di farina di grano tenero
- sale

Consiglio n.1: generalmente io aggiungo un 10% di farina di grano tenero a completamento dell'impasto, prima o dopo la fase di riposo, dato che generalmente le uova sono molto grandi e l'impasto risulta troppo appiccicoso.

In una capiente ciotola o direttamente sul tavolo rovesciate le farine e create la classica fontana al centro, dove andrete a rompere le uova e ad aggiungere il sale fino. Iniziate ad impastare con una forchetta e concludete l'operazione con le mani, lavorando intensamente per alcuni minuti. Riponete l'impasto in una ciotola, copritela con un panno e lasciate riposare per 30 minuti circa.

Trascorsi i 30 minuti, riprendente l'impasto e lavoratelo nuovamente per qualche minuti aggiungendo, se necessario, un po' di farina di grano tenero. Noterete subito che la seconda lavorazione risulterà più semplice della prima e il composto molto più omogeneo e morbido.

A questo punto inizia il divertente: suddividete l'impasto in piccoli pezzetti (un po' meno di un pugno) e iniziate a stenderlo col mattarello (se siete particolarmente abili) o con la macchina della pasta (come faccio io).

Consiglio n.2: a quel che ho potuto verificare, per pappardelle e tagliolini lo spessore giusto della macchina della pasta è il "5". Il 6 potrebbe andare bene per i tortellini, ma su questi devo ancora perfezionarmi.

Non dimenticate di infarinare la pasta ad ogni passaggio onde evitare che sbolli, si spacchi o rimanga attaccata alla macchina, che avrete rapidamente infarinato prima dell'uso. L'infarinatura è una fase fondamentale soprattutto per la pasta non ripiena (tagliolini, pappardelle, ecc) poichè, quando andrete a stenderla per la seccatura, la renderà facile da maneggiare e non dovrete preoccuparvi di come evitare l'appiccicaticcio tipico della pasta all'uovo.

Per stendere la pasta vi consiglio un classico stendino da panni ben pulito in alternativa alla classica canna di bambù, ormai decisamente fuori moda.

La pasta fatta in casa può essere consumata fresca o al termine del processo di essiccazione che durerà al massimo 1 ora.

Va cotta nella classica grande pentola di acqua bollente (salata) per pochi minuti, 4-5 per i tagliolini, 5-6 per le pappardelle.

Dateci dentro!

venerdì 4 febbraio 2011

Antica Pizzicheria San Martino

Torno a scrivere sul blog dopo qualche giorno di assenza, a causa di un insieme di impegni che mi hanno tenuto lontano dalla pace necessaria per raccontare le emozioni culinarie. Nonostante ciò ho mangiato e cucinato qualcosa di interessante, che avrò modo di raccontarvi nel prossimo settimana.

Adesso, rapidamente, vi racconto del pranzo di lavoro di oggi, consumato in un paesino poco fuori Scandicci: San Martino alla Palma. Sarà stato anche per la fantastica giornata simil-primaverile che questo posto mi ha davvero colpito: un'oasi di pace che sovrasta Firenze, con una bellissima vista e un'aria incredibilmente pulita.

L'Antica Pizzicheria San Martino è una piccola bottega nella piazzetta del paese che ha non più di 20 coperti: è quindi necessaria la prenotazione, anche se oggi c'è andata di culo! Il locale è luminoso, sembra una locanda dei tempi che furono. Il personale è cortese e rapido e l'impressione è stata OTTIMA.

La specialità del posto è la schiacciata, fatta da loro!, con gli affettati: ce ne siamo concessi una porzione in due ed è assolutamente da assaggiare.

Abbiamo anche preso un primo piatto: tagliolini acciughe, pan grattato e mozzarella. Semplicemente PRELIBATI. Un piatto davvero semplicissimo che vale la pena provare a cucinare!

In chiusura un fantastico dolcino tipico del periodo: una frittella e un cencio ripieno al cioccolato!

Un pranzo davvero fantastico in un posto che è sicuramente da provare!!